La Legge Regionale della Lombardia 25/2022

Set 5, 2024

Nel Novembre 2022 il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la Legge Regionale 25/22 “Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente di tutte le persone con disabilità”. Il primo obiettivo della legge è quindi quello di mettere chi vuole, chi può, chi sa lavorare per l’indipendenza e l’inclusione sociale delle persone con disabilità nelle condizioni di poterlo fare e, anche, di spingere verso questa meta le risorse, le competenze, il lavoro, l’impegno già presenti e attivi dentro il nostro modello di welfare.

Le finalità della legge offrono la possibilità di guardare oltre la semplice garanzia di assistenza e cura, che invece diventano prerequisiti per vedere garantito il diritto della vita indipendente e inclusione sociale; viene sancito il diritto a vivere nella società, il diritto a potere scegliere dove e con chi vivere, non essere obbligati a una particolare sistemazione, ad avere i sostegni, diurni, domiciliari, assistenza personale, per partecipare alla vita sociale, e il diritto a potere accedere alle strutture sociali destinate a tutta la popolazione. La legge rivolge anche un’attenzione specifica al tema del lavoro, riconoscendo come questa sia una questione centrale nella nostra società. Un altro elemento di novità riguarda i destinatari. Ancora oggi i criteri prevalenti per l’accesso ai servizi sociali comunali, sono rappresentati dalla “gravità” e dalla “povertà”. La “Legge 25” adotta invece un approccio universalistico indicando come destinatari tutte le persone con disabilità e quindi con una invalidità superiore al 46% o con una certificazione di gravità, indipendentemente da qualunque altra caratteristica: tipologia di compromissione, livello di intensità del bisogno di sostegno, reddito e patrimonio. L’unico limite posto è quello dell’età che deve essere di almeno 14 anni o bisogna almeno frequentare le scuole secondarie di primo grado, perché questo è il momento in cui, nella nostra società, un ragazzo è chiamato a fare delle scelte personali significative. 

La pietra angolare del nuovo sistema di welfare è il “Progetto di vita”, indicato come Progetto di vita individuale, “personalizzato e partecipato” in armonia con quanto previsto dalla Legge nazionale e con un chiaro riferimento a quanto già previsto dall’articolo 14 della Legge 328/00. 

Il “Progetto di vita” è un diritto esigibile che ha una sua propria dignità, che è indipendente, è slegata dal semplice accesso alle risorse; il Progetto di vita viene prima dell’accesso ai servizi e alle prestazioni, e deve essere anche pensato, in un a certa misura, indipendentemente dalle risorse. Un processo necessario quando la possibilità di perseguire la propria vita viene ostacolato e messo in discussione dalla presenza nella società di barriere di varia natura che impediscono alle persone con disabilità di vivere nella società in condizioni di uguaglianza con gli altri. Si prevede quindi di dedicare tempo, energia e risorse specifiche alla fase di “progettazione”. Il titolare del progetto di vita è la persona con disabilità; la tipologia di compromissione non può giustificare l’esclusione della persona. Si tratta di un processo in cui tutte le voci devono emergere, essere ascoltate, considerate e confrontate: quella della persona, quella dei familiari, quella degli operatori … In questo percorso di conoscenza, la missione affidata alla Valutazione multidimensionale è proprio quella di fare emergere, oltre al profilo di funzionamento della persona  anche e soprattutto quello di metterne in evidenza gli interessi, i bisogni e i desideri.

Il Budget di progetto rappresenta la traduzione concreta, tangibile di questo percorso. Occorrerà stendere un bilancio che preveda spese e risorse, mettendo in evidenza quali fra queste siano esistenti e disponibili, quali quelle da ri-orientare e anche quelle mancanti. Questo elenco comprende tutte quelle pubbliche disponibili, quelle della persona, quelle liberamente messe a disposizione dalla famiglia e anche quelle presenti e attivabili nella comunità.

La Legge prevede un profondo cambiamento nella rete dei servizi residenziali per persone con disabilità: viene modificato il loro scopo fondamentale, che diviene quello di garantire alle persone con disabilità di realizzare gli interventi previsti dal Progetto di vita, evitandone l’isolamento e la segregazione. 

CI sembra un ottimo punto di partenza e, come peraltro indicato nel testo della legge, Fondazione LUGAR è impegnata, insieme a tutti i partner della rete, nei tavoli tecnici, nelle azioni di advocacy e nei gruppi di progettazione al fine di sostenere e promuovere questo un nuovo sguardo e supportare progettualità innovative e sostenibili. 

A questo link il testo della Legge 25/2022.

Fonte: Ledha

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